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Riceviamo e pubblichiamo volentieri uno scritto di Franz Zipper.
Interrogativi
Cosa ne sappiamo? Cosa è giusto?
Prendo spunto da un ricordo a me caro.
Nel 2002, il giorno della Sfilata dell’Associazione Nazionale Alpini a Catania, mio Padre che era in piazza Università sul palco d’onore, improvvisamente volle essere accompagnato a casa. Temendo un malore (Papà aveva compiuto 87 anni), mi prestai subito. Arrivati a casa, gli chiesi come si sentisse. Mi rispose: “Cosa ne sanno i giovani? Cosa ne sanno dei nostri Valori, dell’essere alpini per sempre, di ciò che abbiamo visto e sofferto, dei nostri sacrifici, delle nostre debolezze, dei nostri errori? Comunque è giusto che loro festeggino la loro gioventù. Ma io?! La mia presenza oggi sarebbe solo retorica”.
“Ma Tu”, gli risposi, “hai visto, hai sofferto, hai creduto. Hai titolo per andare all’Adunata”. Lo condussi d’imperio al Largo Rosolino Pilo, e lo affidai (Papà era ormai ipovedente) ad un Capitano degli Alpini in armi, che mi chiese soltanto: “Suo Padre è un reduce, vero?”. “Si “, gli risposi, “di Russia, col battaglione Tirano”. Il Capitano allora mi disse: “Per me è un onore. Suo Padre viene con me. E’ giusto”.
Il Capitano sapeva, perché era anch’egli nipote di un reduce, ed aveva sentito della Campagna di Russia. “E’ un onore. Viene con me. E’ giusto”.
Ma fu giusta la Campagna di Russia, che impose perdite umane e morali a dir poco terribili? Questo alla fine ciò che voleva significare mio Padre. Ed era giusto sfilare da reduce della Campagna di Russia?
Cosa è giusto? Sappiamo? Possiamo giudicare?
Cosa ne sanno, ad esempio, gli iscritti attuali all’Associazione Partigiani d’Italia dei Valori della Resistenza? Quali erano i Valori della Resistenza?
Cosa ne sappiamo noi, immersi nel nostro benessere, delle sofferenze della Guerra, delle cosiddette ragioni (che mai, invero, sono tali).
Cosa ne sappiamo della Storia, da quando è giusto far decorrere gli eventi e le motivazioni che conducono all’attuale conflitto in Ucraina?
Di chi è la colpa?
Cosa è giusto?
E’ stato giusto il nazismo? E il comunismo?
Fu giusta la c.d. Conferenza di Yalta, tenutasi, - guarda caso -, in Crimea -, ove le Potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale si spartirono le zone d’influenza del Globo Terrestre?
Fu giusto il processo di Norimberga?
Fu giusta l’invasione sovietica dell’Ungheria?
Fu giusta la guerra in Vietnam?
Fu giusto l’esito finale del procedimento penale contro il tenente Calley, quello della strage di MyLay, sempre in Vietnam?
Fu giusta l’invasione della Cecoslovacchia?
Fu giusto il contegno politico del Generale Jaruselky in Polonia contro Solidarnosc?
Furono giuste la guerre in Iraq, in Afghanistan? Ed in centinaia di altri posti del mondo? E l’abbattimento delle Twin Towers?
La Nato è un Alleanza difensiva? Perché è stata costituita? E’giusto che esista ancora?
Cosa è stato il Patto di Varsavia, cos’era la cortina di ferro?
E’ giusto sostenere, anche militarmente, Israele contro i Palestinesi?
Qual è il ruolo attuale dell’ONU, ove basta un diritto di veto di uno dei Membri permanenti per rendere inefficace ogni sua decisione?
Cosa è giusto, alfine?
Cosa sappiamo? Sappiamo tutto?
Sulla base di quale competenza, se non apodittica, e/o di quale criterio di giustizia “storica” il Prof. Alessandro Orsini o altri possono sentenziare oggi, da un comodo salotto della TV, in nome di un preteso diritto al contradditorio, cosa dovrebbero fare “giustamente” gli ucraini? Possiamo dire che sappiamo cosa è giusto a chi ha visto il proprio villaggio invaso, la propria famiglia sterminata, i propri beni distrutti, che vive nel terrore dei missili che passano sopra la testa in un caminamento della metropolitana a Kiev o in altre città ucraine, che furono tali perchè oggi per molta parte non esistono più?
Possiamo dire agli ucraini di deporre le armi, e poi si vedrà? Li consiglieremo per il giusto, perché noi sappiamo, conosciamo la Storia?
Cosa ne sappiamo noi? Cosa è giusto?
Io, alla fine, non so. Confesso di non sapere. Non ho certezze. Non so cosa sia giusto, se non di cercare di comportarmi bene. Ma cosa significa comportarsi bene?
Il Dovere del Dubbio, come titola un libro di Richard H. Poplin e Avrum Stoll. Ma non è soltanto un libro di Filosofia.
Franz Zipper
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